Max Richter e Antonio Vivaldi ricomposto

Parte integrante dell’album Recomposed by Max Richter: Vivaldi – The Four Seasons, pubblicato nel 2012 su Deutsche Grammophon, “Spring 1” esemplifica la sinestesia tra terroir e suono: la primavera di Antonio Vivaldi diventa un’immagine multisensoriale nuova, un sorso musicale che gioca sull’equilibrio tra riconoscibilità e trasformazione. È il segnale di come il passato, reinterpretato con cura contemporanea, possa rinascere e parlare di nuovo.

Max Richter: autore sensibile, innovativo e trasversale, perfettamente inseribile nel mio concept di sinestesie sensoriali musicali, nasce il 22 marzo 1966 a Hamelin (Bassa Sassonia, Germania); cresce a Bedford, UK, dove sviluppa presto la passione per Bach e i Beatles.

Nel 2012 rivoluziona il classico con Recomposed by Max Richter: Vivaldi – The Four Seasons, riappropriandosi di Vivaldi, scartando circa il 75 % del materiale originale, per creare un’opera post‑minimalista innovativa, dove loop e frasi sgranate coesistono con sprazzi riconoscibili del Barocco.

È una delle voci più influenti della scena post-minimalista/contemporanea. Le sue opere fondono tecnica classica e suoni elettronici in un linguaggio emotivo e riconoscibile . Ha inaugurato una nuova prospettiva per la musica ambient e contemporanea, con album come Sleep e Recomposed che hanno aperto percorsi creativi per intere generazioni.


Ascoltalo qui in questa performance del 2012 di Max Richter (qui alle tastiere) insieme a Daniel Hope, il violinista britannico, un notevole campione della musica contemporanea e un esponente del repertorio classico standard. Ciò lo rende il solista ideale per affiancare Max Richter in questo progetto:

Avanti
Avanti

RAYE, la rivelazione