Bénédictine, la madre di tutti gli "spiriti" clericali

Benedictine_2051_1Il tempo bizzarro di questa estate europea e, quindi, anche francese, ci ha portato ad investire una mattina di pioggia a Fécamp, famoso porto dell'Haute-Normandie (Normandia settentrionale), dall'intensa attività commerciale e da diporto ora che la pesca di salmoni sui banchi di Terranova (di fronte al Canada) non si pratica più come un tempo non molto lontano. Situata nella zona della "grande falaise", la grande scogliera di gesso alta fino a 150 mt. sull'Oceano Atlantico e lunga 150 km. da Le Havre a Dieppe, Fécamp è nota anche per una particolare specialità locale che ha, ovviamente, immediatamente attirato l'attenzione di Aristide.

Chi arrivasse a Fécamp sovrapensiero noterebbe subito che tra le basse abitazioni tipiche dei grandi porti oceanici spicca un palazzone neo-gotico e neo-rinascimentale fatto costruire nel 1882 da un commerciante di vino, un négociant, già benestante di suo, affatto introverso e sicuramente con l'ego un po' dilatato: Alexandre Le Grand (nomen omen). Messieur Le Grand fece fortuna definitiva con la commercializzazione del liquore d'erbe che chiamò nel 1863 Bénédictine, oggi prodotto e "marketizzato" dalla Bénédictine SA di Fécamp, con sede nel Palais Bénédictine di cui sopra.

Benedictine_2050_1 Qui l'azienda si é organizzata per ricevere le orde di visitatori con un museo di Belle Arti (la collezione accumulata nel tempo da Messieur Le Grand) e sulla storia di questo infuso inventato nel 1510 dal monaco benedettino Dom Bernardo Vincelli, giunto da Venezia con le erbe importate dalla Serenissima dal lontano Oriente per piazzarsi presso l'abbazia di Fécamp; una sala video con 5 minuti di film; una sala dedicata all'analisi sensoriale - "Percorso delle Essenze" - delle 27 famiglie di erbe e spezie che compongono l'infuso, la cui ricetta è rigorosamente segreta; la visita alla parte industriale del palazzo dedicata alla produzione, distillazione e affinamento in grandi botti di rovere francese del liquore; uno spazio di 400 mq. d'arte contemporanea; un caffè ricostruito in stile '900 dove degustare e poi acquistare le tre versioni del Bénédictine:

  • il DOM Bénédictine è il prodotto principale, distillato di infuso di 27 erbe e spezie (tra le quali mirra, angelica, zafferano, aloe, melissa, arnica, ecc.);
  • il B&B è un blend di Bénédictine e Brandy di Cognac inventato negli anni '30 da un barman di New York;
  • infine, il Bénédictine Single Cask è una riserva speciale del DOM affinata più a lungo in rovere francese del Limousin con il risultato di un liquore dal profumo di legno ("bosco", azzardano nella brochure italiana) e sapore assai deciso e alcolico.

L'infuso di Dom Bernardo Vincelli fu assai apprezzato presso le corti dei reali di Francia fino alla Rivoluzione Francese, quando i suoi tumulti interruppero la produzione da parte dei monaci dell'abbazia e fecero perdere la ricetta originale. Nel 1791 un notabile di Fécamp acquistò un manoscritto del XVI secolo ignorando il reale contenuto; il manoscritto finirà molti anni dopo nelle mani di Le Grand, il quale si dedicò alacramente a re-ingegnerizzare, come diciamo noi oggi, la ricetta originale e farne in pochi anni un grande successo commerciale.

Ad Aristide è piaciuto in particolare l'infuso "base" ovvero il DOM Bénédictine: è davvero equilibrato ed elegante, ricco di profumi e sensazioni gustative lunghissime e persistenti. Nonostante, con nostro orrore, ce lo abbiano servito con un cubetto di ghiaccio, è buono anche in questa versione, ma "liscio" è superlativo. Successivi assaggi della versione B&B hanno piacevolmente sorpreso per la finezza e l'equilibrio, ma si tratta di un liquore sostanzialmente diverso. Il "Single Cask" lo suggeriamo agli appassionati del genere "falegnameria tostata" (boisérie fumé?) e ci sembra un tentativo di intercettare pubblico dal mondo dei blended whisky.

Il Bénédictine si è imposto sul mercato internazionale - leggi USA e UK - soprattutto per la grande versatilità come base alcolica per diversi cocktail ma, ripeto e confermo, è uno spirito superlativo bevuto liscio.

Se qualcuno di voi si è chiesto il perchè dello strano titolo che apre questo post, mi spiego subito: in una delle sale del Palais Bénédictine torreggia una piramide di vetro quadrangolare alta circa due metri [appena possibile posterò la foto qui], con all'interno numerosi scaffali dove sono raccolte e ordinate per paese di origine le centinaia di bottiglie di imitazioni del Bénédictine. Vi assicuro che è assolutamente impressionante constatare quanti liquori nel mondo siano a base di erbe e spezie e utilizzino nel marchio l'espressione "benedettino". Google mi ha facilmente fatto trovare, per esempio, un tentativo di "reverse-engineering" del liquore, attuato sulla base di un'antica (sic) ricetta inglese: chi volesse provare ci faccia sapere circa il risultato ottenuto!

Ma Messieur Le Grand non era tipo da sottovalutare certi aspetti commerciali: già nel 1863 (!) aveva depositato il marchio Bénédictine in vista delle esportazioni verso tutta Europa e gli USA, preparandosi così a contrastare le numerose imitazioni e contraffazioni che sarebbero cresciute come funghi nei decenni a venire.

Nota finale aggiunta: mi piace sottolineare ai lettori il ruolo fondamentale avuto dall'Ordine dei Frati Benedettini nella "ricerca e sviluppo" di specialità alimentari, infusi, spiriti e grandi vini europei. Ne parlai agli inizi dell'avventura di Aristide in questo post dedicato alla Blanquette de Limoux e lo Champagne.

-------------------------
Le foto di questo post:
- l'attuale bottiglia del DOM Bénédictine
- uno dei manifesti della ricca collezione dell'azienda, altra chiave fondamentale della comunicazione di Le Grand, il quale a partire dal 1863 affidava ai migliori cartellonisti dell'800 l'immagine pubblicitaria del Bénédictine.

Francis Boulard, tappa obbligata nello Champagne

Vignaioli Indipendenti dell'Alto Adige