Il vino è sulla bocca di tutti, ma non per berlo

Paul_giamatti“Quello che succede al vino si può paragonare a quello che succede alsesso: più se ne parla, meno lo si fa, in questo caso meno lo si beve".
Questa dichiarazione dello psicologo Alessandro Meluzzi viene utilizzata con una certa enfasi da WineNews per informarci che il consumo di vino pro capite in Italia è sceso sotto la soglia dei 50 litri/anno, attestandosi a 48 litri/anno, -11% negli ultimi 4 anni.
Siamo consapevoli che pure Aristide sia parte del fenomeno mediatico del mondo del vino - anche se teniamo a distinguerci e farci distinguere da certe superficiali modalità del raccontare il vino. Rincara la dose il "gastronauta" Davide Paolini:

“Negli ultimi anni si è instaurato questo meccanismo perverso per cui il vino è sempre più al centro dell’attenzione mediatica ma se ne consuma sempre meno: fa chic parlare di vino ed esibire la propria cultura sull’argomento, ma la realtà è che tutti bevono acqua, al massimo un assaggio di vino a buon mercato la sera a casa, mentre le bottiglie importanti sono relegate ad occasioni sempre più rare, come le cene di lavoro o con gli amici al ristorante”.

Insomma, c'è chi invoca i mitici anni '70 (nel '75 si consumavano 100 litri/anno pro capite di vino, poi nel 1986 arrivò lo "scandalo del metanolo" e si impose una certa "prudenza"), c'è chi fa la morale sul vino rappresentato come status symbol e sulla comunicazione troppo snobistica e modaiola di certa TV e carta stampata, c'è chi individua negli alti prezzi la fine del sogno di una sorta di "vino democratico". Tutti insistono su un modello di rappresentazione della realtà del mercato del vino in stile "catastrofista" e si dedicano "agli alberi che cadono" piuttosto che "alla foresta che cresce":

  • crescita della qualità complessiva del vino italiano;
  • affermazione crescente sui più importanti mercati internazionali in competizione con i migliori vini e produttori francesi;
  • crescita della cultura del consumatore, a nostro giudizio sempre più libero da "certa" comunicazione e sempre più attento agli aspetti salutistici del consumo di vino;
  • migliorato il mix qualitativo degli acquisti di vino, si acquistano meno bottiglie ma si beve assai meglio.

Edoardo de Filippo sosteneva che "la confusione serve", noi ci chiediamo a cosa serva tutta questa confusione.

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Nella foto:
Paul Giamatti, attore, impersona un perfetto wine-snob nel film "Sideways".

SO2 in etichetta, addendum

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