Aristide, il wine blog di Giampiero Nadali

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Marinella Camerani ri-lancia il dibattito in Valpolicella

Da sinistra: Federica e Marinella Camerani

Scena del “crimine”: cena conviviale al Ristorante La Cru, a Romagnano di Grezzana, in Valpantena che, è bene ricordare, è una delle 13 valli che costituiscono la geografia e vitivinicoltura delle 4 denominazioni della Valpolicella.
Protagonisti: siamo ospiti di Marinella Camerani, vignaiola-in-chief a Corte Sant’Alda, Adalia e Podere Castagnè, queste ultime affidate alle cure delle tre figlie Alda, Bianca e Federica.
Occasione criminis: la presentazione del lavoro raccolto in “Around Soil - Suolo e dintorni, punti di arrivo e di partenza” del pedologo Giuseppe Benciolini, che ha studiato la collocazione geografica e la struttura/composizione dei suoli sui quali lavorano Marinella Camerani e il suo team. Il libro ci è stato fornito al termine della serata, posso anticipare che si tratta di un lavoro assai ben fatto e scrupolosamente documentato. Un approccio ideale per futuri impieghi, come era facile presagire dalla piega delle argomentazioni, l’aperitivo della serata era servito.

E infatti, mentre tutti costoro distraevano i fortunati convenuti con le proposte nel piatto dello chef Giacomo Sacchetto e gli inediti abbinamenti con i 4 vini Valpolicella* della maison, ecco che Marinella Camerani (col supporto della regista della serata, Clementina Palese) spalanca le porte a un dibattito in qualche modo anticipato settimane fa (qui).

“Nessuno vive di solo Amarone – spiega Marinella Camerani – sono sempre stata convinta che la qualità portata avanti da una denominazione passi attraverso i suoi vini quotidiani. Noi da sempre ci impegniamo a fare Valpolicella nelle diverse declinazioni, con uve autoctone, legati al territorio, tipici ed eleganti. Il progetto di un Valpolicella Superiore a Podere Castagnè si inserisce in questo contesto. Altitudine, suoli, giacitura ed esposizione ci hanno portato a credere e poi avere la certezza che le uve di questo luogo fossero diverse dalle altre. La libertà di fare su questi 3 ettari un solo vino è la realizzazione di un piccolo grande sogno che avevamo nel cassetto”.

Mentre gli dei del vino, attenti e suscettibili, scatenano un inferno di tempesta d’acqua all’esterno del ristorante, tra lampi di fulmine e rombi di tuono viene posta la gran questione: ora che il Consorzio della Valpolicella (invitato, ma assente giustificatosi il suo presidente Christian Marchesini) ha rimesso al centro dell’attenzione il Valpolicella DOC e la sua variante Superiore, bisognerà metter mano a una seria riorganizzazione della produzione attraverso una certa classificazione dei territori della Valpolicella, tra vallate o sottozone, cru e parcelle.

Battute iniziali della lunga serata al Ristorante La Cru

Chiarisce Marinella Camerani:

“È in atto il passaggio generazionale (…) e la scelta di delegare alle giovani leve tutto ciò che riguarda la quotidianità, degustazioni, cene, fiere ecc, mi sta dando l’opportunità di recuperare tempo e dedicarmi a ciò che mi sta a cuore da sempre, come il Consorzio di Tutela dei Vini Valpolicella. Per impegni familiari e lavorativi ho sempre delegato ad altri, a volte anche superficialmente, iniziative, decisioni, modifiche del disciplinare, senza mai espormi e manifestare il mio pensiero. È ora, anche in modo trasversale agli organi istituzionali ma mai in contrapposizione ad essi, di cercare di farne una vera ‘casa di vetro’ dove la trasparenza sia la regola e tutti abbiano voce! Da sempre mi batto affinché la mia piccola Vallata, la Val di Mezzane, abbia la possibilità di essere riconosciuta come ‘sottozona’, così come lo è la Valpantena, senza mai avere la presunzione che sia migliore di altre, ma semplicemente Val Mezzane!”.

Vivace (sic!) è il dibattito a seguire, articolate le opinioni, impossibile (ma ancora non necessaria) una sintesi di quanto detto. Del resto, i vari argomenti messi in campo non sono certo nuovi, e questa non sarà certo l’ultima volta che se ne discuterà. L’osservatore prudente si limita a rimarcare che i mal di pancia da insoddisfazione sono diffusi e persistenti tra i fortunati e operosi imprenditori vinicoli della Valpolicella.

Quali esiti potrebbero portare questi sommovimenti? Difficile dirlo. Di certo, la determinazione di Marinella Camerani non si fermerà qui, all’ora dell’ottimo caffè, quando una nuova giornata da oltre un’ora è già cominciata.

Leccornie di tarda notte


I NUMERI DEI VINI VALPOLICELLA
(ricordati da Clementina Palese)

  • Superficie vitata di 8.398 ettari, con Verona a 1.263 ettari pari al 15% del totale)

  • Varietà autoctone 97%, Corvina (56%), Rondinella (20%) e Corvinone (16%

  • Produzione 2020 di circa 65 milioni di bottiglie tra Valpolicella e Ripasso Doc, oltre alle Docg Amarone e Recioto.

  • Viticoltori 2.271 / Cantine sociali 6 / Imbottigliatori 322

  • Giro d’affari annuo oltre 600 milioni di euro generato in gran parte (70%) dall’export in 87 Paesi del mondo.

  • Quantitativi di Contrassegni di Stato, afferenti alle D.O. della Valpolicella, distribuiti nell’anno solare 2020 Fonte: Siquria spa.

    • VALPOLICELLA poco meno di 17,5 milioni di bottiglie di cui il Superiore è solo il 6% cioè circa 1 milione di bottiglie

    • RIPASSO circa 31,5 milioni di bottiglie

    • AMARONE circa 15,3 milioni di bottiglie

    • RECIOTO circa 350 mila bottiglie

Altri numeri e fatti sulla Valpolicella li trovate qui:
https://terroiramarone.net/discover-keyfacts


(*) I vini che hanno accompagnato la cena conviviale:

  • Laute Valpolicella Doc Adalia 2020

  • Ca’ Fiui Corte Sant’Alda 2019

  • Poderecastagne Valpolicella Superiore Doc Podere Castagnè 2018

  • Mithas Valpolicella Superiore Doc Corte Sant’Alda 2015